Viaggio sulla Drava
Viaggio sulla Drava
Resoconto del viaggio lungo la Drava
A fine settembre 6 nostri soci, ormai pienamente convertiti alla bellezza del viaggio e a spostarsi con i bagagli, hanno effettuato il viaggio Calalzo-Dobbiaco-Lienz-Maribor-Lubiana-Gorizia, la prima parte del quale si è svolto lungo la Drava. Un viaggio comunque indimenticabile.
Partiti in sei... sono arrivati in tre. Il perché lo scopriamo dal resoconto del nostro socio Romeo Boscolo.
24 Settembre 2012
8.16: Puntuale il convoglio prende a bordo i sei vincitori della selezione per partecipare all'evento ciclistico dell'anno: dall'Italia all'Austria alla Slovenia all'Italia, seguendo il corso della Drava da Dobbiaco a Maribor, poi Lubiana Gorizia e casa. In orario perfetto il treno giunge a Calalzo alle 10 44.
Misteriosamente la ruota anteriore della bici di Mirco è afflosciata, mai paura, in men che non si dica, il prode Dino si adopera per la sostituzione della camera d'aria che io mi premuro di raccogliere e conservare sotto gli occhi increduli dello sfortunato:
“ Cosa te ne fai? “ chiede
“ Io raccolgo se mai posso riutilizzo “ è una mia mania, ne sono consapevole, è una cosa più forte di me, vedo il riciclo di tutte le cose e se non c'è me lo invento.
Ricordo le parole di mio padre: “ Non buttare, metti via, può servire “ erano altri tempi, le possibilità economiche erano inferiori, si cercava di arrangiarsi, di aggiustare, riparare senza spendere, ingegnandosi, ricostruendo con materiale di recupero.
Riparato il guasto c'è l'esigenza caffè:
“ Anche il caffè! “ si lamenta Mauro.
Vinco l'altrui opposizione al desiderio e riesco a gustarmi una grappa, sorprendendo la compagnia.
Alle 11.10 partiamo. Sosta obbligata dopo cinque minuti per indossare gli indumenti per la pioggia. Eh! Si piove, piove, smette, piove, ripiove con un continuo togli e metti, a Cortina nemmeno il tempo di spogliarci che ricomincia a piovere. Con varia intensità l'acqua insiste a precipitare accompagnando la nostra pedalata.
A San Vito, prima di Cortina, sostiamo per uno spuntino al bar “ BAR SCURA “. Il panino, la birra, il caffè, e un accenno di schiarita ci rallegrano. La sosta iniziata alle 12.40 termina alle 13.15 assieme alla parvenza di miglioramento meteo, ahimè, la pioggerellina si prodiga ad incrementare il nostro eroismo, per non usare un termine meno elegante, ma che esprimerebbe l'irritazione intrinseca.
15.20: Cimabanche è il culmine del pendio da vincere, quindi, inzaccherati come siamo, sostiamo per un tè caldo, prima della discesa.
La ragazza del bar non è molto contenta della nostra visita, ci fa un sacco di raccomandazioni per l'uso del bagno appena pulito, teme che la nostra educazione e l'altrui rispetto non siano sufficienti. Probabilmente con una giornata simile non si aspettava visite e aveva provveduto, anzitempo, a riordinare e pulire; vedendo noi così zuppi penso si sia infastidita.
15.45: ci lanciamo in direzione di Dobbiaco, il primo tratto di strada impegna notevolmente a causa del fondo molto mosso ed insidioso, in seguito è ben battuto e livellato permettendoci una velocità superiore ai 30 km/h. La pioggia si è intensificata... “scravassa”
ciò nonostante ci divertiamo, anche se l'acqua inizia a penetrare dentro le scarpe.
In quaranta minuti copriamo la distanza di 17 km, sono contento illudendomi di raggiungere Lienz, trascurando il fatto di essere in compagnia e che qualcuno teme l'umidità più di un altro con conseguente sofferenza, soprattutto ai piedi. Un rapido consulto ci invita a concludere la tappa a Dobbiaco alloggiando all'ostello.
Sono contrariato... capisco che è cosa buona e giusta rispettare le esigenze altrui e che sono io in difetto per il mio atteggiamento, forse è questo che mi infastidisce. Cosa volete nessuno è perfetto, lasciatemi sfogare. Ironicamente, bonariamente infierisco sui sofferenti, non nutro alcun risentimento, sono dispiaciuto per non realizzare ciò che mi prefiggo... quando mi metto in testa una idea la perseguo con tenacia e determinazione sino all'attuazione.
Sfogato mi son sfogato, speriamo domani non piova e in bocca al lupo.
Percorsi 69 km in 4h 06' media 17 km/h max 41,7km/h tempo totale 5h 30'
Indumenti: divisa estiva + corpetto termico,
per la pioggia: giacca egregiamente impermeabile non traspirante.
25 Settembre 2012
partenza: ore 8 50
arrivo: ore 17 20
Il sole ha la meglio sulle nubi, irradia la valle, scalda l'aria, ciò nonostante la temperatura è bassa, invita a coprirsi. In questa luce risaltano i colori, svettano i monti verdastri in netto contrasto con l'azzurro cielo, macchiato di bianco da qualche soffice residuo nebuloso... eh no! Ci vuole una foto!
Dopo poche pedalate un bivio per la sorgente della Drava ci devia senza ombra di dubbio. La via è sterrata e ondulata in mezzo al bosco e al campo di esercitazione militare.
Una piccola pozza d'acqua, alimentata da un grosso tubo, attira la nostra attenzione, sostiamo e fotografiamo, ma la fonte è oltre, identificata da un piccolo monumento, con relativa descrizione delle caratteristiche del fiume, ulteriori fotogrammi ci collocano nel luogo. Abbandoniamo lo sterrato per ricollegarci alla ciclabile asfaltata che pende a favore. 9.20: Varchiamo la soglia di San Candido e attraversiamo il centro.
15 minuti dopo, un impennata delle borse di Mauro ci costringe alla sosta per rimontare le viti del portapacchi che si è rovesciato all'indietro. Il ripristino costa soltanto 5 minuti, grazie al tempestivo intervento dell’assistenza ( Dino ).
10.10: ventesimo chilometro sosta per i golosi alla Loacker, mentre Mauro lamenta disturbi allo stomaco.
11.45: “BENVENUTI A LIENZ” a caratteri cubitali in mezzo all'aiuola, la scritta accoglie i turisti e per Davide è un doppio senso....(Benvenuti è il suo cognome) e allora foto, anche a me, anche a me, tutti la vogliono. Percorriamo altri 10 km finché la strada si armonizza con l'ambiente bandendo l'asfalto. Tra pascolo e bosco offre un alternarsi di chiaro scuro, la luce risplende nei prati e filtra attraverso la fitta vegetazione, cosicché il panorama varia continuamente come il piacere di ammirare il gioco luminoso, divertendoci a scansare le pozzanghere, tranne Mauro che ne centra qualcuna scatenando imprecazioni da parte di chi lo segue a ruota: Gianni, che si vede investito dagli schizzi... gli altri? Ridono.
Per qualche attimo il divertimento lascia spazio alla malinconia, ai bei ricordi, a una condizione di vita diversa, la mente si incammina in un percorso che preferisco abbandonare. Abbandono la tristezza, apprezzo l'attimo, rifletto sulla contrarietà di ieri è deduco che il colorato, rilucente panorama odierno, sarebbe stato grigio, umido e bagnato...
Ritorniamo in asfalto al 68° km, segue a 3 km Oberdrauburg alle 12.50.
13.30: Delach km 82 sosta pranzo ( toast farciti e birra).
14.20: in marcia in una bellissima vallata in pieno sole, tanto è bella che Dino ci regala il piacere di ammirarla con calma... ha forato. Mirco contraccambia l'assistenza ricevuta e lo aiuta. Non so bene cosa succeda: montano, smontano la camera d'aria, sembra che quella nuova perda, forse hanno rimontato la vecchia, Mirco si spazientisce:
“ Sti lavori ga da farli uno soo “ esordisce
“ E ora cossa ti fa qua, assa ch'el se rangia!“ dice qualcun altro e chi è attorno si allontana.
Io nel frattempo mi godo, sdraiato sul prato, il tepore e lo stupendo scenario, divertito dai battibecchi degli amici brontoloni. Durata sosta 15.20 /15.40
17.15: Conclusione della tappa a Spittal con 130 km. Non c'è nulla da fare, vorrei proseguire, ma la decisione del capo è perentoria, inappellabile, non accetta obiezioni ne consigli... Signor si! Comandi!
La sistemazione è buona, mi aggrada, siamo nell'attico, la camera mia, divisa con Gianni, è attigua a quella di Dino e Davide con il ballatoio in comune. Dall'alto dominiamo la città; non riusciamo ad avvistare nessuna postazione atta alla ristorazione.
È un impresa la ricerca di un ristorante, peregriniamo per le vie, ma l'unica opportunità è una pizzeria. Mangiamo la vera Pizza Austriaca: pasta tirata a mano con destrezza e velocità, si fa per dire, vari tipi di crudo provenienti dalla stessa coscia, molto speziata, nel complesso buona, buono pure il gelato... non ci facciamo mancar nulla.
23 00: cosa succede ora? Curiosi ! Per questa volta ve lo dico: tutti a letto!
Nella bella cameretta mi rannicchio sotto le coperte e buonanotte a tutti... ciao a domani.
Percorsi km 132 in 6h 09' media 21,4 km/h max 41,6 km/h tempo totale 8h 35'
Indumenti: divisa estiva + corpetto termico, giubbino anti vento, collant 30 denari sopra i pantaloni, sacchetti di nylon tra calzini e scarpe ( bagnate ).
26 Settembre 2012
partenza: ore 9 00
arrivo: ore 17 15
Nell'attesa della colazione, durante la preparazione dei bagagli, Gianni sintonizza la TV sulle previsioni in tempo reale delle zone circostanti. Grazie a questa attenta visione ci informa sull'andamento meteorologico della giornata azzeccato al cento per cento: bel tempo, qualche nuvola, ma niente pioggia, anzi prevalenza a schiarite.
Caricato armi e bagagli invito i compagni ad attraversare il parco dove la fontana ed il castello fanno da sfondo alla foto di gruppo, scattata da un fotografo professionista di passaggio, sceglie lui l'angolazione e la posizione luce per perfezionare lo scatto. Nonostante la sua buona volontà e professionalità la mia pancia risalta.
Salutiamo il parco pubblico usciamo dalla città imboccando la Drauradweg contenuta tra fiume e campagna con fondo sterrato. Si alternano zone aperte a zone boschive, l'acqua scorre lenta, ad un livello poco inferiore alla strada, verso lo sbarramento che ci permette di cambiare sponda, in località Paternion: Km 16
10.50: km 34, sosta merenda in uno spiazzo con panchine e tavolo con birra tenuta sotto controllo dal pescatore che ha letto il mio pensiero:
“ Romeo lascia stare la birra... l'uomo ti sta controllando “ dice Mauro
Ma cos'ho la stampante dei pensieri in fronte?
11.30: Stazione di Villach, Mirco decide di abbandonarci, dei sintomi lo preoccupano causandogli uno stato d'ansia e timore di peggioramento, Mauro lo assiste per l'acquisto del biglietto e la ricerca del treno.
Confido a Dino il pensiero di abbandonare pure io, lui mi convince con valide ragioni a proseguire. Nonostante il cuore mi spinge a casa rimango, prevale la ragione sorprendendomi. Assolto il rito del saluto alle 12 00 riprendiamo la passeggiata sotto le prime gocce di pioggia.
“Beh! a Villach piove sempre” proferisce il nostro meteorologo Gianni
“ Quando ci sei stato per saperlo? “ chiede qualcuno di noi
“ Mai! “ risponde.
Infatti la pioggia prende consistenza costringendoci ad indossare la mantellina:
“E' solo una nuvola che ci ha preceduto, basta rallentare “
“Approfittiamo per mangiare ” dico io, ottenendo pieno consenso.
12.50: Sostiamo in un locale caratteristico a due pedalate dalla ciclovia, dotato di un ampio portico dove proteggere le cavalline d'acciaio.
Una simpatica giovane si prende cura amorevolmente di noi parlandoci in italiano: Mauro, Dino, Romeo, salsiccia con crauti e cren fresco, appena grattato... da togliere il fiato. Qualcuno quasi si soffoca, lacrime agli occhi, naso rosso rosso che più rosso non si può, Gianni prudentemente prende mezzo pollo fritto, una porzione pari ad un nostro pollo intero, Davide vuol tenersi leggero non abbuffarsi quindi panino con lo speck: mezzo metro di pane interamente coperto dall'affettato. Va bene è andata così.
14 00: Piove molto, ci copriamo e un due tre via! È molto divertente correre sotto l'acqua, scansare le buche, scivolare con le ruote nel fango, in equilibrio precario evitando la caduta, sollevando schizzi che investono anche il viso. Superiamo e salutiamo un gruppo di turisti maturi in bici ben attrezzati per la pioggia. Allegri e sorridenti ci sorpassano qualche pedalata più avanti quando Gianni fora. L'intervento di riparazione costa venticinque minuti che inducono Davide al pensiero:
“ Non prendiamo più i vecchiotti “
“ Non credo “ confermo io
16.00: Graziati dalla divina provvidenza la pioggia smette. Rincontriamo la compagnia sotto un bel ponte di legno coperto che attraversa un fragoroso ed impetuoso torrente. Tutti in sosta ad ammirare il suggestivo angolo, Mauro approfitta per dialogare in tedesco con una vispa signora carica di buon umore nonostante il grigiore che ci circonda. A lungo andare il divertimento delle pozzanghere si trasforma in fastidio. Nascono dei dissidi, Dino cerca di appianare i contrasti, ma la ragione è sconfitta e qualcuno si defila, preferisce combattere il conflitto solo con se stesso... è la cosa migliore.
Riprendiamo con buon ritmo decisi a conquistare Ferlach.
16.55: Alle porte di Ferlach, in una piccola area di sosta, usufruendo della fontana e delle borracce provvediamo a pulire dal fango le borse, cosicché il gruppo si ricompatta e come una benedizione la pioggia ricomincia.
Fortunatamente a poche centinaia di metri troviamo una bella sistemazione per la notte nonché per la cena. Il Gastof Plasch ci offre: la possibilità di lavare le bici, di ricoverarle al caldo, delle belle camere ed un ottima e abbondante cena... fin troppo abbondante.
La pioggia nel frattempo precipita con abbondanza, sono le 22.00: ritirata.
Il percorso oggi è stato prevalentemente sterrato. Nella prima parte abitato: casette caratteristiche, colorate, con giardinetti da mostra dei fiori, frequentati da nani, gnomi, fate e altri personaggi delle favole, molto carine... coccole. Si sono alternati tratti serpeggianti tra la campagna, immersi nel bosco ed altri tra i pascoli, offrendo uno svariato scenario che sotto la pioggia ha del pittoresco.
Fango ne ho raccolto molto e con piacere ora, sotto la doccia, lo vedo scivolar via, con piacere rifletto sui momenti vissuti e sulle mucche. Noi umani imprechiamo ci infastidiamo quando piove e ci troviamo all'aperto, le mucche indifferenti continuano a brucare passeggiando per il pascolo o, impassibili, se ne stanno sdraiate a ruminare.
“ Non ti sei accorta che piove? “ chiedo ad una di loro che mi sta guardando con i suoi occhioni
“ Si! Che me ne sono accorta, ma il creatore mi ha dotato dell'impermeabile “
Percorsi km 98 in 5h 16' media 18,5 km/h max 40,5 km/h tempo totale 8h
Indumenti: divisa estiva+ corpetto termico, KW, mantellina per pioggia, sacchetti di nylon tra calzini e scarpe.
27 settembre 2012
partenza: ore 9 20
arrivo: ore 14 00 (Tarvisio)
Nella burrascosa notte il vento sibila tra i pini, l'acqua scroscia ininterrottamente con violenza disturbando il riposo. Nel dormiveglia l'idea predominante è quella di prendere il treno a Klagenfurt e tornare a casa, pentendomi di non averlo fatto ieri a Villach. Altresì m'illudo che le prime luci dell'alba mitighino l'irruenza del maltempo.
Quando m'affaccio alla finestra la pioggia è sottile, il vento si è calmato, ma il cielo è completamente coperto, una coltre plumbea e omogenea oscura la valle con intensità preoccupante.
Dopo la colazione discutiamo il da farsi, emergono pareri contrastanti, le condizioni meteo giocano un ruolo determinante, nascono due fazioni: Dino, Gianni, Davide decisi a continuare, Mauro e Romeo contrari. Personalmente il pensiero di allontanarmi ulteriormente da casa mi angoscia: Raggiunto Maribor, a detta di Mauro, non ci sono possibilità di treno o altro mezzo di trasporto e le probabilità di miglioramento meteo sono pari a quelle di peggioramento... voglio tornare a casa!
Non resta che salutare i tre coraggiosi amici, Gianni si arrabbia moltissimo, ma oggi sento di seguire il cuore.
Congediamo gli eroi e dirigiamo a Tarvisio, seguendo la strada normale. Noto che è meno faticosa, più lineare della ciclabile di ieri dove abbiamo affrontato delle ripide rampe in mezzo al bosco, dove, sebbene la pioggia disturbasse, l'ambiente offriva un fascino unico: una galleria naturale tra i fitti alberi, tappezzata di foglie variopinte, in costa alla collina, e laggiù in fondo al pendio il lago placido, culla per la moltitudine di cigni che lo popolano. Una galleria che al termine della quale si apre il verde pascolo, fili d'erba resi lucenti dalle gocce d'acqua.
Il percorso è ondulato, la pioggia insiste, ma l'idea della Patria mi rende gaio, mi compiaccio della scelta, mi piace pensare che sto pedalando verso casa. Quest'acqua che mi bagna mi diverte, come ieri nelle pozzanghere.
Mauro fa da battistrada a buona andatura, anche troppo, infatti ad un certo punto dice:
“ Sono stufo... andiamo troppo forte “
“ Vai più piano... sei tu che corri “ dico io... ma si rilassiamoci. Oh! Guarda una stazioncina
“ Andiamo a vedere “ cosa vediamo? Che bisogna pedalare... a che bello.
Riconosco lungo questo tratto un punto dove abbiamo sostato per il pranzo durante la seconda tappa del viaggio a Cracovia, ricordo il taglio dei pomodorini per la pastasciutta.
Un saliscendi piacevole ci conduce dopo 40 km all'innesto con la strada B83 che collega Villach a Tarvisio. Da questo momento saliamo dolcemente fino al valico di frontiera, con noi il sole che ha fatto la sua comparsa, il cielo s'è schiarito, il temporale ha pulito l'atmosfera rendendolo azzurro azzurro, l'aria è pura. Con calma tra un pipì stop e una merendina, pedalata dopo pedalata alle 14 00 conquistiamo Tarvisio, Udine è a cento chilometri quindi dirigiamo in stazione... eh si, prendiamo il treno. Un'altra conquista è la stazione situata in quota nella parte alta del paese, ad un livello elevato sopra alla linea ferrata. Vi giungiamo che il convoglio è partito da pochi minuti, sfruttiamo l'attesa per visitare la bella e moderna stazione con biglietteria chiusa fino alle 14 30. Seguiamo le indicazioni per il bar, scoprendo che per il momento ci sono solo quelle e che i vari locali sono deserti. Aspettiamo l'apertura della biglietteria e il treno delle 15 16 per Udine, dove un altro trenino ci porterà a Mestre.
18.45: respiro aria di casa... stazione di Mestre... ultime pedalate e....
“ Ciao Mauro! “
“ Ciao Romeo! Ci vediamo, ci sentiamo “
In un istante finisce tutto, infilo la fedele compagna nel suo ricovero in mezzo alle altre sorelle, distacco i bagagli e la saluto. Da ora i ricordi e le sensazioni vagheranno nella mia mente e nel mio cuore, scene, panorami, parole, pensieri, riflessioni, analisi, e via dicendo, tutto nella valigia delle esperienze. Rammaricato per la conclusione prematura dovuta principalmente alle condizioni atmosferiche e alla mancanza degli ingredienti che solitamente colorano un cicloviaggio.
by Romeo Boscolo
ELUCUBRAZIONI DERIVATE DA QUEST'ULTIMO VIAGGIO
“ Perché viaggio? “
È una ricerca, è la voglia di fare, di piacere, di evadere, di andare, di esprimere l'irrequietezza, di sfruttare l'energia emotiva che si accumula nella monotonia giornaliera. È uno stimolo che mette in moto la fantasia, la passione di organizzare, preparare a casa dettagliatamente percorso, tappe, lasciando all'imprevisto un grande spazio da colmare nell'andare.
È una prestazione fisica, una prova di resistenza, di volontà, la conquista di un obiettivo... a distanza considerevole.
È la convivenza con il pensiero, la reazione, l'esigenza dei compagni.
È l'intima armonia, lo spirito collettivo di avanzare in direzione della gioia interiore, del punto di incontro delle singole soddisfazioni.
Non ho assaporato gli ingredienti sopraelencati..... protagonista il maltempo che si è insinuato in me esaltando esageratamente le piccole divergenze. È prevalso il sentimento nostalgico, il richiamo degli affetti lontani, al sentimento dell'imprevedibile, della sorpresa, dell'avventura!
Molti fattori hanno contribuito all'arresa, ho sventolato la bandiera bianca ed ho lasciato.
P.S. Mi sono arreso, ma in me tanta voglia di ripartire, tanta voglia di pedalare... magari con il sole.
venerdì 9 novembre 2012