Tabarri e pedali

 

Tabarri e pedali

 

Oggi mercoledì 30 gennaio a Venezia è calata la simpatica brigata da quel di Asolo dei “Tabarri”, i portatori sani di quell’antico pastrano/mantello a ruota che sa tanto di demodé ma che contiene pure un tocco di sano orgoglio nelle tradizioni, di difesa delle radici.

Capitanati da Franco Cappelletto, titolare della nota osteria Corte del Re in piazza ad Asolo, sono scesi dal treno di buon’ora e per oltre 10 ore hanno scorrazzato per Venezia, nascondendo sotto l’ampio tabarro cestini di vimini contenenti uova, formaggi, salami, bottiglioni di vino che hanno consumato all’aperto, a Rialto, in cima al Ponte, a San Bortolo, in ogni angolo della città, condividendo il loro ben di Dio con tutti, coi turisti, con le maschere, con i veneziani, insomma con chiunque si avvicinasse loro.

E ogni osteria, una sosta. Bisognerà pur ritemprarsi!

Dura la vita dei tabarri.

La ventata di simpatia ha ritrovato nuovo vigore quando, dopo una decina di ore di attività fisica, verso sera i tabarri si sono gemellati coi pedali.


















Nella sede dei Tolentini infatti, alcuni soci del Pedale Veneziano li aspettavano, tendendo loro quasi un agguato per ospitarli, farli rilassare, sedere un momento, bere un ulteriore ombra di vino e scambiare quattro chiacchiere.

Era una promessa fatta in una giornata dello scorso settembre in cima alla salita di Asolo, quando avevamo conosciuto il buon Franco Cappelletto. L’abbiamo mantenuta, parola dell’altro Franco, Angiolin, il nostrio Presidente, quindi è partito lo scambio di doni, di gagliardetti, di brindisi e così i due sodalizi si sono gemellati.

Non più solo ombre e tabarri, ora pure tabarri e pedali.

E il 25 aprile, giorno di San Marco, ricambieremo la visita quando, in occasione del centenario, festeggeremo il nostro Santo Patrono a casa di Caterina Cornaro.

Tanto per parlare di Serenissima...

mercoledì 30 gennaio 2013

 
 

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