Il nostro campione Bufalo

 

La storia sportiva di Giuseppe Schiavon “Bufalo”

 

Abbiamo l’onore, come sapete, di avere tra i nostri soci, un campione del canottaggio e della voga veneta, Bepi Bufalo Schiavon, campione del remo e di stile, vincitore di una Regata storica, di moltissime regate di Murano a un remo e olimpionico a Tokio. L’onore di avere come socio, come amico, Bepi, campione di stile, serio, pacato, disponibile, corretto, è enoreme. Come ci ha fatto gran piacere che il sito della Remiera Castello gli abbia dedicato una lunga intervista/confessione, firmata a quattro mani da massimo veronese e da lui, Giuseppe Schiavon. La riportiamo integralmente. Per chi volesse leggersela in originale:

http://www.remieracasteo.it/nuova_pagina_6.htm


















I grandi regatanti del passato: Giuseppe Bufalo Schiavon


di Massimo Veronese


Immaginavo che mettendomi in moto per realizzare uno special su un campione del passato, avrei dovuto assumere i panni di un big del biliardo e sbocciare le biglie ferme della quotidianità delle persone che avrei coinvolto, calzare gli scarpini chiodati e come un grande stopper entrare a gamba tesa nella sfera dei loro ricordi più intimi. La mia scelta è ricaduta su Giuseppe "Bufalo" Schiavon e per realizzarla il mio unico gancio possibile era Luisella, la figlia, da un decennio tra le migliori atlete del circuito voga veneta. La vedi in regata e la sua concentrazione non lascia spazio al pensiero che possa essere una persona che dia facilmente confidenza. Sembra schiva, introversa, "privacy for ever", regala un sorriso al pubblico solo appena aver terso il sudore ed aver ritirato la sua bandiera rossa. Eppure è bastato prospettargli l'idea i cui frutti sono quelli che seguono, per staccarla da certi meccanismi dettati dal professionismo, per svelare la sua sensibilità, per scoprire il suo lato umano e coinvolgerla anima e corpo in questo progetto. Il suo aiuto è stato basilare per avere le informazioni che seguono. Giuseppe "Bepi Bufalo" Schiavon, classe 1942, 1° marzo, dipendente del Provveditorato al Porto di Venezia. Sposato dall'ottobre 1968 con Luciana Bubacco da Sant'Erasmo, il campione muranese ha due figli: Paolo e Luisella. Unica tra i due a seguire le orme del padre per quanto riguarda la voga veneta. Anche lei specialista e plurivincitrice della Regata di Murano su pupparini ad un remo e toccando tutto quello che c'è da toccare, in procinto di conquistare il diritto di fregiarsi del titolo di "Regina del remo" dopo la conquista della sua "Quinta Storica". Quanto segue, lo considero un regalo per "Bufalo" che tra poco più di un mese compirà 71 anni, ma soprattutto un regalo per tutti noi che siamo uniti dalla passione per la voga sotto tutti gli aspetti, non ultimo quello della sua storia e dei suoi grandi interpreti del passato.


Prima di esporre il palmares con tutti i risultati della mia carriera sportiva, vorrei approfittare di questo spazio per ricordare assieme a voi, lettori ed appassionati, i momenti belli ed i periodi difficili, di quella vita sportiva, limitandomi naturalmente a quelli che hanno attecchito di più nella mia mente. Come un tempo succedeva a tanti ragazzini, cominciai a vogare su un un sandolo che mio padre usava per andare a pesca. La mia passione era quella di vogare a poppa e specialmente ed un remo. Il mio vecchio partecipava come spettatore a tutte le più importanti regate all'epoca dove "gigio strigheta", "lupo", Seno, Italo "crea", si davano battaglia in tutti i campi di gara costruendo in tal modo il loro mito. Ed io con lui, con loro, regata dopo regata, con il seme della passione che fioriva sempre di più. Cominciai ad allenarmi sempre più seriamente e ben presto mi accorsi di essere il poppiere più ambito dai miei amici finché nel 1960, spinto e convinto proprio da loro, partecipai alla mia prima regata, su pupparini ad un remo, a Murano. Mi classificai secondo: questo fu l'inizio della mia carriera agonistica!














Arrivò il tempo della naja. Dopo il C.A.R. a La Spezia che feci in compagnia di Giuseppe "suste" Rossi e di Umberto D'este, fui trasferito al centro sportivo militare di Sabaudia. Qui imparai la meravigliosa arte del canottaggio, sport che in seguito mi diede quella che posso tranquillamente definire la più grande soddisfazione in assoluto per un atleta: la partecipazione ai Giochi Olimpici. Dopo la splendida vittoria nel "due con" in coppia con Sergio "Ciaci" Tagliapietra al Meeting internazionale del lago di Lecco, fummo entrambi convocati per l'otto olimpico italiano. Superammo di slancio le fasi eliminatorie ed entrammo in finale. Al lago di Toda arrivammo sesti. Per me furono Olimpiadi di Tokyo 1964! Pelle d'oca!



























Da pelle d'oca non è fù solamente il lato agonistico di quel momento, ma l'esperienza a livello umano fatta in questo frangente della mia vita. Infatti al villaggio olimpico conobbi un ragazzo giapponese, mio coetaneo, che amava l'Italia e stava imparando la nostra lingua. Forse questo è stato il motivo scatenante per cui siamo diventati amici e ci siamo frequentati per tutto il periodo di permanenza al villaggio. Amicizia che continuò anche dopo la nostra partenza, via epistolare. Ci raccontavamo della nostra vita, della nostra famiglia, delle imprese sportive fino al 2002, 38 anni dopo, anno in cui venne a trovarmi a Murano facendomi un'impensabile sorpresa! Ritornò con la moglie anche nel 2012 e tuttora i nostri rapporti continuano: Yuikiro Okasura. Una figura che ha lasciato il segno dentro di me e sento vicina nonostante le migliaia di chilometri che ci separano.


Ma torniamo alla voga nostrana. Nel 1963 a 21 anni vinsi la Regata dei SS. Giovanni e Paolo su gondole ad un remo. Come da tradizione, mi aggiudicai anche la wild card per la Regata di Murano, sempre su gondole ad un remo. Contro i mostri sacri del momento arrivai secondo. Queste due affermazioni fecero colpo ad uno dei "provini" più in auge di quei tempi, già vincitore di una storica: Bruno "Toreto" Bastasi. Mi scelse come poppiere e mi aprì immediatamente le dighe del Canalazzo, catapultandomi di brutto nel mondo del professionisti della voga veneta. Ci qualificammo per la Regata Storica di quell'anno ed alle 19.15 di quella lontana domenica di settembre mi ritrovai sulla "machina" con lo straccio bianco (secondo classificato n.d.r.) in mano! È lui che considero il mio vero maestro. Mi perfezionò nello stile, nella tattica e soprattutto nel comportamento. Ed ebbe il coraggio di rischiare del suo "rancurando" me, poco più che ragazzino.


Il 1965 fu l'anno che ricordo con tristezza come quello più sfortunato e difficile della mia carriera sportiva. Durante gli allenamenti con l'armo del galeone che doveva partecipare al Palio delle Antiche Repubbliche Marinare, mi fratturai una vertebra lombare. Rimasi bloccato a letto dal gesso per 40 giorni, con in testa la sentenza di tutti i medici che mi avevano in cura: carriera agonistica conclusa! Dura da digerire. Dopo la guarigione non mi rassegnai al giudizio degli specialisti e pian piano si  rafforzò in me l'idea di provare a continuare quantomeno con la voga veneta, lasciando perdere il sedile fisso ("no stegheo dir a mia mujer ma dopo qualche ano go ripreso anca co quea").


La rieducazione motoria fu faticosisissima ed il graduale recupero per raggiungere livelli agonistici accettabili, tormentato. Pian piano rientrai nei ruoli delle regate comunali con risultati altalenanti ma sempre in continuo miglioramento col passare degli anni. Anche se dà allora dovetti convivere con un senso di disagio e di sfiducia interiore che quel triste evento lasciarono in me. Tra le innumerevoli regate alle quali ho partecipato, c'è n'è una sola che mi ha dato dispiacere, lasciato l'amaro in bocca e portato, unica volta nella mia carriera, a protestare vivacemente. Regata di Murano 1970. Testa a testa per tutta la gara tra me e Sergio "Ciaci" Tagliapietra. All'entrata di Canal Grande di Murano c'era la "bricola" da rispettare. Come oggi, anche allora il percorso imponeva di traguardarla "premando" (lasciandola a destra n.d.r.). Io feci il percorso regolare mentre Sergio tagliò per dentro accorciando il suo percorso e prendendomi quei venti metri di vantaggio che lo portarono a vincere. C'erano tutti i palesi presupposti per la sua squalifica eppure i giudici non ebbero orecchie per le mie proteste. E tanto meno le ebbe la carta stampata che giudicò "veniale" l'infrazione commessa dal mio avversario che vinse con 3 secondi di vantaggio. Ancor oggi mi chiedo se "Ciaci" sente davvero sua quella bandiera rossa. Ed il 1970 è stato anche l'anno della mia rivoluzione tecnica. Il più grande regatante della storia, Albino "Strigheta" Dei Rossi, mi propose di girarmi e di vogare a prua. Pur di vogare con LUI lo feci. Che esperienza indimenticabile! Da allora fui "provino" per sempre. Il periodo più sereno della mia storia sportiva, coincide con gli anni trascorsi con Renato "Chinica" Dal Mistro. Io e lui siamo stati legati da un sentimento di profonda amicizia che ancor oggi conserviamo. E arriviamo al 1984: "gò vinto eà storica in gondolin!!!" Finalmente!!! Una vittoria attesa, inseguita, voluta ed arrivata in coppia con Luciano "panna" Tagliapietra: che soddisfazione!


Come si vedrà più avanti, nel palmares, ritengo di non aver vinto molto (n.d.r.: ma che film hai visto Bepi?). Un po’ di fortuna e cattiveria in più, unite a qualche scorrettezza ben dosata e "sopportata" dai giudici a mo’ di aiutino sarebbero state utili per regalarmi maggiori soddisfazioni...ma tutto ciò non faceva parte della mia indole. Sono convinto che per essere campioni non basta ottenere le soddisfazioni agonistiche che ho avuto la fortuna di togliermi. Etica, comportamenti, rispetto degli avversari e delle regole, umiltà nella vittoria, dignità nella sconfitta! Questi sono i valori che ho sempre perseguito per me stesso ed insegnato ai più giovani. Nello sport come nella vita. Concludo dicendo della passione che mi ha conquistato da più di un decennio, una volta smessi i panni del regatante: il ciclismo! Mi son fatto una bella bici da corsa, abbigliamento tecnico, e con i miei compagni della società "Pedale Veneziano" continuo a mantenermi in salute con delle lunghissime, faticose quanto piacevoli scampagnate!

sabato 2 febbraio 2013

 
 

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